Weekly Playlist N.06 (2022)

 

Dato che già sette giorni addietro Pagan Storm Webzine aveva avuto l’audacia di promettere ai suoi affezionati liete novelle al prossimo incontro, la redazione è lieta di confermare che non solo il cartellone degli eventi dal vivo si sta riempiendo di date più o meno stuzzicanti ma che oltretutto, tra i singoli con cui l’industria discografica insiste a tenere viva l’attenzione su di un’uscita futura, sono finalmente comparsi quelli di nostre conoscenze recenti o datate che siano. Una rapida scorsa alla scaletta qui sotto, unita alla vostra memoria di fedeli discepoli del rotocalco più nero dell’etere, basterà a dirigervi seduta stante su quelle novità che avete fatto malissimo a perdervi nei giorni scorsi.
Ma seguendo l’ordine pensato da noi scribacchini del Maligno vi troverete invece di fronte ad un paio di nomi anch’essi in rampa di lancio con prove fresche, ma la cui nebulosità in quanto a promozione va di pari passo col succoso ronzio delle loro sei corde: mentre quindi il buon vecchio Werwolf ci delizia con “The Vampiric Tyrant” dal fortunato Carelian Satanist Madness”, nella speranza che il full-length attualmente in lavorazione restituisca lo stesso carico di melodica e straripante ultraviolenza finnica alla base del successo dei Satanic Warmaster, in Svezia i Lifvsleda firmano addirittura con Norma Evangelium Diaboli e programmano intorno ad aprile “Sepulkral Dedikation”, seguito chiamato a rispettare gli standard fissati nel 2020 dal riuscitissimo debutto Det Besegrade Lifvet” ricordato oggi dalla caracollante “Afvgrundsande”.
Se però pensate che il Golfo di Botnia non sia già da ora solcato da venti tempestosi allora significa che negli ultimi giorni avete usato molto male internet; ma per fortuna da queste parti lavoriamo apposta allo scopo di correggere gli errori della plebe diseducata al buon gusto. Visto che ci siamo si rimane quindi sul suolo svedese, e si invita la gentile clientela a ricordarsi che dal 15 aprile avremo sul lettore un nuovo kolossal a firma Månegarm dopo lo spettacolare precedente datato 2019; un solo ascolto del primo singolone “Ulvhjärtat” ed eccoci a vagare sulle coste scandinave, ammaliati dal solito ritornello da cuore in mano ma inseguiti dal tragico fato dominante le vicende narrate nel venturo Ynglingaättens Öde”, già pressoché sicuro campione del primo quadrimestre musicale. Unici per il momento a potersi permettere anche solo un confronto con la ciurma salpata da Norrtälje, i ben più giovani finlandesi Aethyrick rimediano al gennaio orfano delle loro meravigliose composizioni fissando per il 31 marzo Pilgrimage”, quarto capitolo di una carriera fulminea sia per tempi che risultati qui riassunta dall’anteprima “Hallowed Bloodline” alla solita, davvero sopraffina maniera.
Stufi di temperature polari e di proposte per nulla intimorite dal rivelarsi catchy qualora necessario? Proprio vero che di esperti quanto i metallari nel lamentarsi non sono poi in tanti, eppure i segugi sguinzagliati in lungo e in largo per il nostro calendario si sono superati nuovamente fiutando le mefitiche tracce dei portoghesi Benthik Zone, i quali da bravi iberici alle prese con materiale sonoro a loro estraneo giocano la carta della sperimentazione più disturbante, esemplificata dallo sfuggente andamento imposto da “Na Iluminação Do Presente”; nel caso certe criptiche coordinate siano vostro pane quotidiano sappiate che l’intero Εἴδωλον” è disponibile in rete da fine gennaio, e arrivarci con un così lieve ritardo non comporterà una decurtazione di punti dal vostro patentino di bravi blackster. Noialtri, ad esempio, abbiamo riscoperto solo di recente il bel progetto monogestionale Blodtår (Sverige igen!) addirittura a tre mesi di distanza dal rilascio della sua unica pubblicazione, e cioè un mini omonimo la cui opener “Djävulskap” è giusto un gradevole assaggio, specie per chi dopo questa playlist ha ancora un quartino d’ora da riempire con manate e calci rotanti. Lo strapotere gialloblù esonda oltre i confini della rubrica breaking news e fa ritorno al 1997, non per festeggiarne il venticinquesimo anniversario (per quello aspettate settembre) ma per darci modo di brindare nell’attesa sull’incalzante “Embraced By Frost” alla memoria sempiterna dei Mithotyn, presto possibilmente al centro di qualche nostro sproloquio griffato Darkest Past e frattanto primi, sempre col glorioso esordio In The Sign Of The Ravens”, dei tre recuperi spontanei dalle nostre mensole oggi allineatisi in una coda di scorpione alquanto letale. Seguono difatti i demolitori norreni Nordvrede a bordo del semicingolato Legion Nordvrede”, lui invece giunto al decennale di esistenza ma assoldato per nuclearizzare l’esistente sulle note di “Forbannet Være Din Lovsang” piuttosto che perdersi in celebrazioni poco gradite a questi tre guerrafondai. Il veleno nascosto nel pungiglione odora però di nerissima Germania, quella da dove i Nagelfar dell’opera-mondo Srontgorrth” scuotevano le coscienze del ristretto circolo di estimatori con la sua irrefrenabile epopea esplosa sin dal “Kapitel Eins…”, il cui epilogo elettronico arrivato un biennio prima rispetto ad un celebre esperimento gemello suggella l’odierna programmazione con l’eleganza tutta teutonica del compianto trio. Finale a sorpresa, tuttavia, poiché sedici minuti orchestrati dai maestri della Vestfalia non sono affatto sufficienti a pagare il debito verso una Bundesrepublik tirannica la quale ci ha privato pure dei bavaresi Lunar Aurora, ormai praticamente residenti fissi ogni paio di giovedì anche solo per i ben due anniversari ricorsi in due mesi di 2022: intanto dunque che le eminenze grigie di Darkest Past con un debole per questi geniali autori lavorano per rendere a parole le miriadi di sfumature racchiuse nel canto del cigno (oppure del gufo?) Hoagascht” in occasione di dieci anni vissuti intensamente, per ora possiamo giusto inveire una volta ancora contro la cronica assenza di materiale su YouTube salvo poi rifugiarci tra le sicure braccia dell’invece (chissà per quale ragione, poi) presentissimo Elixir Of Sorrow”, godendoci la spettrale “Hier Und Jetzt” e dandovi appuntamento ad una prossima selezione nella quale, poco ma sicuro, qualcosa da leggere a parte queste solite introduzioni ci sarà eccome…

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Satanic Warmaster“The Vampiric Tyrant” (from Carelian Satanist Madness”, No Colours Records 2005)

2. Lunar Aurora“Hier Und Jetzt” (from Elixir Of Sorrow”, The Oath Records 2004)

3. Blodtår“Djävulskap” (from Blodtår” (EP), Nordvis Produktion 2021)

4. Benthik Zone“Na Iluminação Do Presente” (from Εἴδωλον”, Onism Productions 2022)

5. Månegarm“Ulvhjärtat” (from Ynglingaättens Öde”, Napalm Records 2022)

6. Aethyrick“Hallowed Bloodline” (from Pilgrimage”, The Sinister Flame Records 2022)

7. Lifvsleda“Afvgrundsande” (from Det Besegrade Lifvet”, Shadow Records 2020)

8. Mithotyn“Embraced By Frost” (from In The Sign Of The Ravens”, Invasion Records 1997)

9. Nordvrede“Forbannet Være Din Lovsang” (from Legion Nordvrede”, Frostscald Records 2012)

10. Nagelfar“Kapitel Eins, Der Frühling: Als Die Tore Sich Öffnen…” (from Srontgorrth”, Kettenhund Records 1999)

Michele “Ordog” Finelli

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